Tra il 1870 e il 1930 Torino subì grandi modifiche strutturali che coinvolse quella che oggi è conosciuta come la zona dei Murazzi.

Tra il 1872 e il 1877 fu edificato il tratto che corrisponde tutt’oggi a Lungo Po Cadorna. Nel 1878 sono iniziati i lavori al civico 5, dove ora si trova la Maison d’Artiste.

Divenuto in poco tempo l’epicentro di fervore artistico e culturale, l’isolato si riempì di personalità di spicco dell’alta borghesia Torinese: da Arturo Ambrosio a Italo Calvino.

Le decorazioni sono il fil-rouge delle aree comuni dell’edificio. Il loro pregio si deve al tratto pittorico di Vittorio Avondo, che fu il primo proprietario del palazzo.

Il linguaggio si ispira all’architettura classica. La sua eleganza, nel suo insieme, rende il palazzo un esempio perfetto di architettura torinese di fine ‘800 con chiari riferimenti al mondo francese.

Ed è proprio ispirandosi all’eleganza dell’architettura francese che l’attico si rese la location ideale per lo studio di Michelangelo Pistoletto. L’ambiente interno, ricco di luce naturale, ha dato il suo contributo ed è stato di forte ispirazione per le numerose creazioni di fama internazionale.

La grande vetrata è il fulcro del nuovo attico. Lo sguardo viene subito catturato dagli scorci su Torino e sulla Mole, rendendo questo posto più unico che raro.